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Il caschetto non è “un torchio”!
Il trattamento ortesico delle deformità craniche posizionali è un procedimento molto delicato, finalizzato a favorire l’ ottimizzazzione della simmetria cranica con un metodo non invasivo, sia da un punto di vista meccanico che psicologico. Il meccanismo principale attraverso cui l’ortesi agisce è il ri-orientamento dell’ accrescimento volumetrico del cranio. Se si considera che l’ 85%  dello sviluppo post-natale del cranio avviene durante il primo anno di vita si comprende come la precocità della diagnosi e del trattamento rappresentino un elemento fondamentale per ottenere i migliori risultati.

La deformazione del cranio
Il cranio dei bambini è raramente simmetrico alla nascita e nelle prime settimane di vita. Spesso possono essere osservate delle asimmetrie di entità variabile, determinate da fattori agenti sia in fase pre-natale che post-natale. Delle lievi deformazioni craniche in questo periodo non devono suscitare ansia nei Genitori. Il Pediatra è sicuramente in grado di dare a tali  asimmetrie il giusto significato. Nei casi di  deformazione più evidente e in quelli in cui è  indicata la definizione di una diagnosi differenziale rispetto ad una patologia dell’accrescimento cranico (craniostenosi), il Pediatra provvederà ad indirizzare il bambino ad uno specialista Neurochirurgo Pediatra. In tutti i casi in cui la diagnosi di asimmetria posizionale del cranio è certa è opportuno seguire uno dei protocolli di comportamento suggeriti nell’ambito scientifico internazionale.

Condizionare il decubito
Durante i primi mesi di vita un bambino che presenti una deformazione asimmetrica del cranio, posto a dormire in posizione supina (secondo quanto prescritto dal protocollo “Back to Sleep”), tende a ruotare il capo verso un lato privilegiato, che è quello determinato dalla sua asimmetria cranica. Tale abitudine tende a perpetuare l’asimmetria cranica  e ad incrementarne l’entità. Durante tale periodo è utile privilegiare un’attività di condizionamento delle abitudini di decubito del bambino, favorendo la rotazione del capo dal lato opposto (aiutandosi con un piccolo e morbido cuscino), aumentando la durata di decubito prono (sulla pancia) quando il piccolo è sveglio, alternando dolcemente la direzione di rotazione del capo. Tale attività è finalizzata non solo a contrastare la progressione della deformazione determinata da un decubito preferenzialmente monolaterale, ma  risulta essere considerevolmente efficace nel ripristino di una  naturale simmetria cranica.

Il programma di riposizionamento e stretching, utile a far cambiare la tendenza al decubito del bambino e riequilibrare le tensioni muscolari, ha la sua massima efficacia durante i primi quattro mesi d’età in quanto sfrutta la notevole malleabilità del cranio e la ridotta mobilità dei bimbi che, restando nella stessa posizione per lunghi periodi di tempo nell’arco della giornata, consentono alla sola forza di gravità di agire in maniera positiva. Dopo il quarto mese di età il programma di riposizionamento  del capo perde di efficacia in quanto i bimbi tendono ad essere più attivi, hanno un tono muscolare sufficiente a cambiare posizione più frequentemente ed il cranio diventa troppo consistente per permettere alla sola forza di gravità di ri-conformarlo.

Quali bambini trattare con l’ ortesi cranica
Dopo il quarto mese di vita, se la simmetria del cranio del neonato mostra ancora un’anomalia evidente e significativa, il trattamento ortesico  appare la soluzione più indicata per ottimizzare il rimodellamento.

Il trattamento ortesico
Il rimodellamento cranico può essere considerato come l’attuazione moderna delle teorie alla base delle attività di modellazione cosmetica del cranio attuate nell’antichità da numerose popolazioni. Il rapido accrescimento del volume cerebrale dei neonati e dei bambini nei primi dodici mesi di vita, ed in maniera minore nel secondo anno di età, è il meccanismo fisiologico per l’espansione del cranio. L’ ortesi cranica applica una modesta resistenza all’espansione del cranio nelle regioni che hanno evidenziato un eccessivo sviluppo mentre favorisce la crescita volumetrica  nelle regioni  ipo-sviluppate. In presenza di un’ortesi, quindi, il cranio si espanderà maggiormente nelle aree con minore resistenza, quelle zone vuote che vengono denominate “camere di espansione”. Ne consegue che la sinergia esistente tra la crescita dall’interno e la naturale plasmabilità ossea permette una correzione dinamica ed un miglioramento della forma del cranio nelle direzioni ritenute vantaggiose per la correzione morfologica e che la geometria del caschetto impone.
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Il caschetto guida l’accrescimento residuo del cranio: per questo motivo deve essere indossato tutti i giorni, ventidue/ventitre ore su ventiquattro (due ore sono necessarie per l’igiene del bambino, l’ispezione della cute e la pulizia del dispositivo stesso).
Controlli periodici con cadenza bi/trisettimanale, in funzione dell’età del bambino e della velocità di accrescimento cranico, sono necessari per verificare l’efficacia del trattamento e per mantenere l’efficienza del dispositivo in funzione delle variazioni morfologiche del cranio.

caschetti

La durata del trattamento ed i risultati variano in relazione alla severità della deformazione, l’età di inizio del trattamento, le caratteristiche della curva di accrescimento del cranio,  la costanza nell’applicazione del dispositivo ortesico.

Una quasi completa normalizzazione della morfologia cranica può essere attesa in un piccolo paziente affetto da una dismorfia posizionale di medio grado che abbia iniziato il trattamento ortesico all’età di  quattro mesi e lo abbia condotto in maniera adeguata per almeno quattro/sei mesi.

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Esame TC del cranio prima(A)
e dopo (B)  il trattamento ortesico.

(N:B: Immagini  presentate a scopo informativo, tratte dalla letteratura scientifica. La plagiocefalia posizionale non richiede l’esecuzione di esami radiologici di controllo)


Una dismorfia cranica di entità moderata o severa, trattata esclusivamente con la terapia posturale del capo e con la terapia fisica raramente ottiene un miglioramento spontaneo adeguato. Sicuramente, comunque, con la crescita tenderà a nascondersi meglio, nascondendosi parzialmente sotto i capelli.

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A: TC tridimensionale del cranio di una bambina di 7 mesi di età sottoposta a terapia fisica  e ad un programma di riposizionamento.
B: TC tridimensionaledel cranio della stessa bambina all’età di 19 mesi. Si nota un  adeguato accrescimento cranico e la persistenza del quadro dismorfico.

(Immagini del Drs. David Matthews e Scott McLanahan, Charlotte, North.Carolina.)

(N:B: Immagini  presentate a scopo informativo, tratte dalla letteratura scientifica.
La plagiocefalia posizionale non richiede l’esecuzione di esami radiologici di controllo)


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